Perso qualcosa?

martedì 19 marzo 2013

Quelli dell' I I T ci vedono lungo.

È stata creata in Italia la prima retina artificiale, composta di materiali organici: biocompatibili.
Messa a punto da un gruppo di ricerca coordinato da Fabio Benfenati dell’Istituto Italiano di tecnologia a Genova, fa sperare che nei prossimi anni recenti chi soffre di retinite o altro tipo di degenerazioni possa tornare a vedere normalmente. Attenzione, si tratta di pura sperimentazione, ma si sta agendo per trapiantarla in animali cavia, e probabilmente entro tre anni si potrà provare già sull'umano.
 Le retine finora realizzate  al silicio, hanno dei lati negativi: secondo il ricercatore italiano: «Funzionano con microtelecamere che acquisiscono le immagini, le informazioni devono essere elaborate da un computer e inviate alla retina artificiale. Infine devono essere alimentate da batterie. La retina artificiale realizzta a Genova, invece non necessita di batterie, riesce a stimolare i neuroni e non produce calore, a differenza delle altre protesi retiniche»

Il risultato che abbiamo raggiunto è fondamentale per procedere verso la realizzazione di una protesi retinica organica per l’uomo. Abbiamo dimostrato che il tessuto retinico  degenerato nei fotorecettori, una volta a contatto con lo strato di semiconduttore, recupera la sua fotosensibilità a livelli di luminosità paragonabili alla luce diurna e genera segnali elettrici nel nervo ottico del tutto simili a quelli generati da retine normal

L'idea è questa: sostituire le funzionalità di coni e bastoncelli (i neuroni che rispondono agli stimoli luminosi agli occhi) con un materiale sensibile alla luce, cioè un polimero organico (rr-P3HT), che è un conduttore fotovoltaico. Meglio del citato silicio, non completamente flessibile, l'uso di un polimero organico può adattarsi meglio alla curvatura dell' occhio. Cosa non meno importante, è che si tratta di un materiale sensibile alla luce e che quindi non necessita di alimentazione esterna per funzionare.
 Potete trovare la pubblicazione del lavoro qui, su Nature Photonics.



Questo invece è il c.v. del Dottor Benfenati, qui sopra in una foto tratta da http://www.addgenova.org/home/

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